di Cristian Rigo Ogni giorno 35 camion carichi di immondizia partono da Udine e arrivano all’impianto di smaltimento di San Giorgio di Nogaro. Quello della Net, in via Gonars, è ancora fuori uso a causa dall’incendio divampato l’ultimo giorno dello scorso settembre. Il rogo ha completamente distrutto il macchinario per il trattamento dei rifiuti indifferenziati e i tempi per il ripristino dell’attività si sono allungati. «Difficilmente riusciremo a ripartire prima del prossimo anno - dice il direttore della Net, Massimo Fuccaro -, i periti sono ancora al lavoro per completare la ricognizione e capire bene quali sono state le cause che hanno generato l’incendio e soprattutto come evitare in futuro simili eventualità». Insieme ai tempi per la riparazione sta lievitando anche la conta dei danni. Se una prima stima faceva presupporre una spesa di alcune decine di migliaia di euro con tempi di riparazione di 2-3 settimane, adesso il conto ha già superato quota 100 mila euro. E sembra destinato a salire ancora. «Difficile fare previsioni - sottolinea Fuccaro -, ma sicuramente andremo oltre i 100 mila euro di danni». Per i cittadini però non ci saranno disagi. «Per gli utenti non cambia nulla - conferma Fuccaro - la raccolta viene svolta regolarmente e con le stesse modalità in tutta la città. Grazie alla fusione tra Net e Csr che ha portato a un gestore unico, non c’è stato bisogno di nessun accordo o autorizzazione per trasportare tutto l’indifferenziato nell’impianto della Bassa. E fortunatamente, adesso che la stagione estiva a Lignano è conclusa, il selezionatore di San Giorgio non lavora a pieno regime e quindi è in grado di ricevere tutti i rifiuti indifferenziati che solitamente venivano trattati in via Gonars, cioè circa mille tonnellate a settimane». L’unico disagio quindi sono i 35 camion che ogni giorno fanno la spola tra Udine e San Giorgio. Grazie all’intervento immediato dei vigili del fuoco le fiamme sono rimaste circoscritte a una parte dell’impianto (il trattamento dell’organico è proseguito normalmente senza alcuna interruzione) e l’incendio non ha provocato l’emissione di fumi o sostanze tossiche. I primi accertamenti hanno confermato che le cause dell’incendio sono state accidentali, dovute alla presenza di un corpo estraneo nel nastro trasportatore. La Net, proprietaria dell’impianto, ha deciso comunque di avviare un’indagine interna per «capire come mai il corpo estraneo che ha generato le scintille da cui poi si è sviluppato l’incendio sia finito nel mulino e per migliorare ulteriormente la sicurezza del selezionatore gestito dalla Daneco». L’obiettivo è ridurre al minimo i rischi anche in caso di emergenza. Ma i vantaggi del gestore unico (un soggetto che opera in 45 Comuni con un bacino d’utenza di 280 mila abitanti) non si limitano però alla gestione delle emergenze. «Da un mese Net e Csr sono diventati la Net spa, stiamo mettendo assieme conoscenze e competenze per operare con maggiore efficacia e competitività sul mercato - aggiunge Fuccaro -. Questa operazione ci permetterà di sfruttare sinergie ed economie di scala migliorando l’efficienza del servizio, potenziando le infrastrutture e costruendo nuovi impianti per limitare i costi e, quindi, le tariffe a carico dei cittadini». ©RIPRODUZIONE RISERVATA |